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Il Sud: la mia opinione

Il mio Sud è differente...

 

Quando sento descrivere il Sud da chi il Sud non lo conosce affatto, resto allibita e senza parole. Senza parole perché quello che descrivono, quello su cui ci “ricamano” sopra, non è il mio Sud, ma uno stereotipo vecchio di almeno sessant’ anni.
Ma che ne sapete voi del Sud? Voi che, carte alla mano, scribacchiate percentuali e grafici, che ne sapete del Sud che lavora? Ci siete mai stati al Sud? La maggior parte di quelli che scrive da dietro una tastiera, non ne ha la minima idea di come si viva al Sud. Il Sud dei “terroni”, come li chiamano, è un Sud che lavora, la terra purtroppo la lavorano in pochi ormai; e dico purtroppo perché sarebbe bello se l’agricoltura avesse un nuovo slancio, perché ci sono tante terre incolte. Nel Sud si lavora, non si sta a “grattarsi” come ha detto qualcuno che l’educazione e il rispetto per gli altri non sa cosa siano. Nel Sud si lavora e si studia, si studia molto: perché è ovvio che i giovani del Sud, di fronte a un futuro mai così incerto come adesso, si diano da fare studiando. Molti vanno via, è vero, perché nessuno nega che ci sia difficoltà a trovare lavoro, c’è dappertutto, figuriamoci al Sud che da sempre ha avuto un alto tasso di disoccupazione. È un Sud che soffre, soffre per alcune, troppe cose che non funzionano, ma nemmeno nel resto dell’Italia ora, sono rose e fiori. Vengono al Sud giornalisti che raccontano un Sud che hanno in mente, perché così deve essere e raccontano quello che non è, perché il Sud non è quello che vi raccontano. A loro piace rappresentare il Sud solo come un luogo in cui si sperperano risorse, si vive alle spalle degli altri, si va avanti di assistenzialismo, e avanti così con la riproposizione di alcuni stereotipi sul Sud, terra abitata da mafiosi, scrocconi e nullafacenti, come se questi fossero solo problemi riscontrati al Sud. E il Sud che lavora? Perché non se ne parla? E i campi in cui il Sud eccelle perché non vengono menzionati mai? E del Sud che studia? Dei voti agli esami di Stato che spesso hanno visto primeggiare i ragazzi del Sud? Apriti cielo: come mai, si chiedono quelli della carta stampata del Nord? Ci si dovrebbe invece chiedere come mai ci si ponga questa domanda, dove sta scritto che gli studenti del Sud debbano essere a tutti i costi meno preparati di quelli del Nord?  Ma per la stampa del Nord non è possibile questo, vuol dire che i docenti sono troppo di manica larga, è inammissibile che ci possa essere un Sud che funzioni, un Sud che non sia "brutto, sporco e cattivo".
Il Politecnico di Bari, giusto per citare una notizia, è stato per due anni primo in Italia per quantità e qualità della produzione scientifica. Neanche un piccolo accenno su nessun giornale del Nord. Si attende la scoperta di qualcosa di brutto, di qualcosa che non funzioni per conquistare finalmente le prime pagine… perché così vogliono, questo è il Sud che vogliono raccontare.
Nel Sud c'è tanto da fare ancora, c'è tanto da migliorare, ma smettetela di raccontare un Sud che avete in mente solo voi. E poi c'è una cosa che il Sud non ha e non avrà mai: l'indifferenza verso gli altri, anche verso gli sconosciuti, perchè il Sud ha un cuore grande.
Un consiglio: prima di parlare del Sud, accertatevi di conoscerlo bene perché il mio Sud è differente…

 

(© Alessia S. Lorenzi - Riproduzione riservata)

 

 

 

Alessia S. Lorenzi