Anche tu ti fai prendere dall’ira? Il rancore e la rabbia hanno potere su di te?

Vincili e prendi la vita col sorriso

Nella società attuale, che ci porta a correre dalla mattina alla sera, che ci porta a pensare di essere in ritardo anche quando siamo in anticipo, che ci porta al limite dell’equilibrio, che ci costringe a fare i salti mortali per conciliare famiglia, lavoro e impegni dei figli, è facile piombare in situazioni di sovraccarico fisico e mentale. Talvolta nemmeno ci rendiamo conto che cadiamo nella “trappola dello stress”. Allora ci facciamo prendere dall’ira, esplodiamo per un nonnulla. Come riuscire a controllare questi stati d’animo che fanno del male prima a noi? Partiamo dal presupposto che gli atteggiamenti di rabbia, di astio o rancore siano dannosi soprattutto per noi e, di conseguenza, per le persone che ci vivono accanto. Saperli controllare e non farsi dominare da essi, migliorerebbe sicuramente la nostra qualità di vita (il cuore è il primo a risentirne in caso di attacchi d’ira) e i rapporti con gli altri. Adottare un atteggiamento più rilassato nei confronti delle diverse situazioni critiche, può certamente aiutare, soprattutto considerando che su alcune situazioni, noi non abbiamo nessun potere, nessun controllo: accadranno comunque, l’unico modo è approcciarsi ad esse nel modo giusto. Sembra facile a dirsi, ma come fare? Non lo so, ma posso dirvi come tento di fare io (tento, perché non è che ci riesca ancora al 100%). A volte ci sono persone che sembrano accanirsi contro di noi, o forse siamo noi a credere che sia così. E talvolta è talmente sottile il limite tra la realtà e la paranoia che ci facciamo, da non riuscire a distinguere ciò che la nostra mente “inventa”, da ciò che invece rappresenta la realtà. E spesso non ci si accorge nemmeno di queste due parti ben distinte. E allora accadono litigi, malumori, rancori e odi, magari basati su nulla, solo su impressioni, sensazioni, supposizioni e, perchè no, manie di persecuzione. E si reagisce, in maniera sproporzionata, a eventi che meriterebbero, a malapena di essere presi in considerazione... Ovvio che anch’io ho avuto talvolta alcuni di questi stati d’animo, e qualche volta, (ora molto raramente, per fortuna) ritornano, ma riesco ormai a lasciar scivolare qualsiasi cosa, adottando un atteggiamento positivo, tirando fuori la mia dose di buonumore che conservo per le situazioni di emergenza. Io sono così e i comportamenti degli altri non devono rendermi diversa, più cattiva, più odiosa o dispettosa, perchè "quella" non sarei più io. Per mia natura, sono allegra e tendo a sdrammatizzare situazioni che spesso sono causa di questi sentimenti negativi. Tendo a “metterci sopra una risata” anziché la solita pietra. Anche su avvenimenti che farebbero irritare chiunque, io sorrido, perché sono convinta che, spesso, si dia troppa importanza, molta più di quella che meriterebbero. Difficilmente mi faccio tirare dentro a queste situazioni di “ripicche” o “lei mi ha fatto questo e ora io le faccio quest’altro”, perché, ho constatato col tempo, la prima a stare male ero proprio io, perché venivo quasi “costretta” ad assumere atteggiamenti che non erano miei. Dopo mi pentivo e stavo male per aver consentito agli altri di coinvolgermi in quel “circolo negativo” che sono le reazioni a catena di rabbia, di rancore e di tutti gli atteggiamenti viziosi che ne seguono. Quindi metteteci su una risata e…allentate un po’ la stretta soffocante degli impegni.

Alcune regole? Non esistono regole...

Serve un' "igiene emotiva". Ripulire cioè, la nostra mente dalle "emozioni" distruttive" in modo da essere poi in grado di lottare contro il fallimento, il rifiuto, la solitudine, la rabbia. Daniel Goleman nel suo libro "La forza del bene" dice, riferendo un pensiero del Dalai Lama,  "Se un individuo è affetto da una certa malattia, bisogna utilizzare il giusto rimedio. Lo stesso vale per le emozioni. Quando un impulso distruttivo prende piede, ma noi opponiamo resistenza, facciamo igiene emotiva. Questo dovremmo riuscire a fare.

Ecco alcuni suggerimenti di base che, non trattandosi di formule matamatiche, non sono rigide e da applicare sempre e comunque, ma sono sicuramente validi suggerimenti per avere un approccio  lieve e delicato alle diverse situazioni che sono suscettibili di scatenare la nostra, diciamo così, "aggressività".

1)

Guardare tutto in un’ottica positiva; siccome noi siamo molto influenzati dalle cose spiacevoli che ci accadono, dobbiamo pensare immediatamente a qualcosa di positivo che ci è già accaduto o che sta per accadere, in modo da ridurre la negatività dell’evento che si è appena verificato. E’ più facile di quanto si possa immaginare. Ricordiamo sempre che qualsiasi cosa brutta che accade (morte a parte) poteva esserlo ancora di più.

2)

Cercare di essere rilassati; l’ansia (ahimè) rende tutto più complicato e difficile. Una persona ansiosa è più preda di nervosismi e reazioni incontrollate rispetto a una che non lo è. Ma vai a dirlo alle persone ansiose! Ti risponderanno che loro sono così, che non è vero che sono ansiose, che si preoccupano soltanto di affrontare al meglio le diverse situazioni, che sono “precise” e "puntuali" nell'affrontare la vita, ecc. Ma se un briciolo di ansia può aiutare a tirare fuori il meglio di noi, quella eccessiva risulta molto dannosa.  L’ansia potrebbe sicuramente quasi scomparire se imparassimo ad essere semplicemente “noi stessi”, con tutti i nostri limiti e le nostre imperfezioni, ma meravigliosamente “noi stessi”. Riuscire a controllarla,  ci porterebbe un senso di pace interiore, di riappropriazione della nostra vita, senza preoccuparci di essere perfetti agli occhi degli altri, di essere infallibili. Ma mi rendo conto che l’ansia meriterebbe un discorso più approfondito.

3)

Fondamentale è anche saper ridere di se stessi; l’autoironia è una componente essenziale per convivere piacevolmente con gli altri e per migliorarsi. Non si può stare in compagnia e ridere con gli altri, se poi alla prima battuta su di noi, ci offendiamo, alziamo la voce e abbandoniamo la comitiva pensando che gli altri ci stiano attaccando personalmente.

4)

Osservare tutto da più punti di vista. Mai fermarsi a un solo lato delle situazioni, ma girare intorno fino a trovare un lato positivo. In qualsiasi situazione, sforziamoci di cercare il lato migliore: ne troveremo sicuramente uno.

E infine, esercitarsi, esercitarsi ed esercitarsi a essere più tolleranti con gli altri, affinchè anche gli altri lo siano con noi: spesso si pretende la tolleranza, ma non si è tolleranti. Ci accorgeremo, con piacevole sorpresa, che si  instaureranno reazioni a catena che ci faranno capire che quella è la strada giusta. Farsi scivolare addosso alcune cose, ci aiuterà sicuramente in questo perscorso. E prima di "accendersi" con reazioni esagerate domandarsi: "Ne vale la pena?" Per esperienza, vi dico che mai vale la pena prendere la vita con troppo rigore. Ci vuole un po' di leggerezza per poter volare....

(© Alessia S. Lorenzi - Riproduzione riservata)

 

 

 

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