Quando la tv offende la giustizia...

Stragi di Capaci e di via D'Amelio
Stragi di Capaci e di via D'Amelio

“In trasmissione il figlio del mafioso più importante siciliano..." così Bruno Vespa presenta il figlio di uno dei più sanguinari mafiosi che hanno contribuito a “sporcare” la nostra storia. Non guardo molto la tv, perché sono nauseata dalla faziosità di alcuni programmi e dalla sfrenata voglia di audience a scapito di tutto. Ci sono capitata, mentre stavo per spegnere la tv lasciata accesa dai miei figli. involontariamente, anziché premere il tasto di spegnimento, ho pigiato il tasto di Rai Uno. Cosa ho provato? A parole è difficile descrivere. - Non è possibile! - pensavo, mentre il “tizio” continuava a parlare e a parlare. Ha scritto un libro (?)  "per difendere la dignità della sua famiglia”...la dignità della sua famiglia???? Ma di che dignità stiamo parlando? Cosa significa dignità? O io ho scordato il significato di questa parola o qualcuno sta abusando di un termine che nemmeno conosce.  Il mio pensiero è andato subito a tutte le vittime di mafia, quelle  vittime che la sua famiglia ha commissionato, e ai loro familiari. Pensavo al dolore, a quell’infierire  con crudeltà su una ferita mai rimarginata.

E’ proprio  vero che la televisione ha un potere inimmaginabile, anche quello di offendere la giustizia.

Viene ospitato per presentare un libro che riporta le memorie del figlio di un capomafia, come se fossero le memorie del figlio di un “buon padre”.

Che poi l’ospite sia stato un criminale e, comunque, un “abitante” del mondo mafioso, poco importa. Il fatto che i protagonisti di quel mondo abbiano usato la violenza e la corruzione come strumento per ottenere ciò che non riuscivano ad ottenere in altro modo, è secondario. Che abbiano ucciso gente onesta e indifesa, che abbiano reso orfani centinaia di figli, che abbiano deturpato l'ambiente e sfigurato l’Italia, sembra essere poco importante.

“Avrei preferito non dovere scrivere queste righe, avrei preferito non essere costretto ad essere assalito dal senso di nausea che ho provato nel momento in cui ho dovuto leggere che il figlio di un criminale, criminale a sua volta, comparirà questa sera nel corso di una trasmissione della RAI...” scrive Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, ucciso barbaramente da quel “padre” la cui “dignità”  il figlio vorrebbe difendere.

Ha ragione Salvatore, come tutti i familiari di quelle vittime innocenti, massacrate solo perché  credevano in dei valori,  perché volevano che la gente avesse ancora fiducia nella giustizia, perché sentivano che era giusto fare il proprio dovere fino in fondo, a qualsiasi costo, rischiando in prima persona per garantire un mondo migliore ai nostri figli.

Quanto alla Rai e al conduttore Bruno Vespa, non ci sono parole adeguate per commentare, l’audience viene prima di tutto, prima della giustizia, prima dell’oltraggio che è stato fatto alle vittime, prima  del buonsenso, prima del dolore.

(© Alessia S. Lorenzi - Riproduzione riservata)