Il Muro di Berlino: storia di un muro lungo….30 anni

Novembre 2019
Trent'anni fa cadeva il simbolo della divisione tra Est e Ovest aprendo un’ epoca nuova e segnando la fine di un muro lungo….30 anni.
Nel 1945 sul finire della seconda guerra mondiale, si decise di dividere Berlino in quattro zone controllate e governate  da Francia,  Regno Unito, Stati Uniti d'America e Unione Sovietica.
Nel 1948  l'Unione Sovietica bloccò tutti gli accessi stradali e ferroviari a Berlino Ovest (Blocco di Berlino) e ciò portò all'attuazione del Ponte aereo per Berlino da parte degli Alleati per rifornire di generi di prima necessità le tre zone occidentali.
Inizialmente i cittadini  potevano muoversi senza problemi in tutte le zone. Poi ci fu la Guerra Fredda e tutto divenne maledettamente più difficile.
Il confine tra le due Germanie  venne chiuso nel 1952, ma i cittadini non ci stavano e tra il 1950 e il giorno della costruzione del muro (1961) quasi due milioni e mezzo di tedeschi si spostarono nella Germania Ovest.
La Germania Est corre ai ripari e inizia la costruzione del muro a Berlino Est, nella notte tra il 12 e il 13 agosto 1961, forse il giorno più infausto nella storia della Germania dopo la guerra.

Cronologia di un muro sempre più “potente” e vittoria della forza della libertà capace di abbatterlo.

Prima un semplice filo spinato segnava la linea di confine, ma già dal 15 agosto si cominciarono ad utilizzare elementi in pietra e cemento: ecco delinearsi il primo vero muro.
Il muro divenne il simbolo della tirannia comunista, soprattutto a causa delle numerose uccisioni di coloro che   tentavano di oltrepassarlo. Era lungo più di 150 chilometri.
Nel 1962 il muro venne ulteriormente fortificato: fu fatto costruire un secondo muro all'interno della frontiera. Ecco la nascita della "striscia della morte" spazio tra un muro e l’altro.
In seguito il primo muro fu abbattuto e oggi è difficile riconoscere parti di quel muro.
Nel 1965 si dà ancora più potenza a quel “mostro” simbolo di divisione: si costruisce un muro composto da lastre di cemento armato unite da elementi in  acciaio.
Nel 1975,  non ancora soddisfatta,  la Germania  inizia la costruzione di un altro muro in cemento armato rinforzato, alto quasi 4 metri. Il confine era protetto anche da molteplici recinzioni all’interno della “striscia della morte” e sorvegliato  da cecchini armati pronti a sparare ad ogni tentativo di “scavalcamento”.
Il 9 novembre 1989, dopo una conferenza stampa,  fu dato l’annuncio in tv  in cui si diceva che i berlinesi dell’Est avrebbero potuto attraversare il confine muniti di idoneo permesso. Il provvedimento doveva entrare in vigore nei giorni successivi, ma non fu specificato ciò e molte migliaia di persone si precipitarono cogliendo di sorpresa le guardie di confine che non sapevano come comportarsi di fronte a quell’enorme folla. Non potevano mandare indietro un così alto numero di persone anche perché non erano preparati a tale evenienza: furono allora costrette ad aprire i checkpoint.  Di fatto cominciava la “caduta del muro” anche se l'abbattimento ufficiale iniziò il 13 giugno 1990.
Di quel terribile muro, reso sempre più invalicabile nel corso degli anni, oggi resta solo un segno bianco  sull’asfalto.
Nei giorni, nelle settimane e nei mesi successivi tanti accorsero al muro per portar via un ricordo, un souvenir, senza rendersi conto, senza capire cosa abbia significato, per chi l’ha vissuto, quel maledetto muro, ai cui piedi tante persone hanno perso la vita nel tentativo ultimo di correre verso la libertà o verso i propri cari rimasti al di là del Muro.
(Alessia S. Lorenzi  © Riproduzione riservata)