Povertà...solo una parola?

Parlare di povertà sembra quasi una moda, sembra "produttivo", soprattutto in prossimità di elezioni di qualsiasi tipo, ma la povertà non è una filosofia su cui discutere, non è un periodo storico su cui sfoggiare le proprie conoscenze. No. La povertà è reale, è vicino a noi, molto più di quanto si possa immaginare. E’ quel povero disteso su una panchina, coperto dai suoi stracci o da un pezzo di cartone durante le sere d’inverno. E’ quella madre con bimbi piccoli sporchi e malvestiti che dormono nelle stazioni della metro che di notte diventano dormitori per tutti coloro che non hanno un tetto. E non sono solo stranieri, ci sono tanti italiani, come noi, come voi, come chi sa parlare di povertà in un salotto televisivo e una volta fuori, quando le telecamere sono spente, indossa il suo bel cappotto di cachemire e si infila nella sua auto blu, sul sedile posteriore, per essere accompagnato a casa, mentre la parola “povertà” aleggia ancora in quello studio televisivo a riflettori spenti, come se fosse un termine astratto che non vuol dire nulla. Il giorno dopo si controlleranno gli ascolti...è un argomento che fa salire l'audience. Ma ci pensiamo mai a tutto ciò? Pensiamo mai che ciò che noi consideriamo normale avere, qualcuno non riuscirà ad averlo mai? Pensiamo mai di fare qualcosa, noi che abbiamo tutto e continuiamo a lamentarci, talvolta senza motivo? Forse non cambierebbe molto o forse sì, perchè una "briciola" di azione, vale molto, molto di più di tante parole vuote dettate dalle circostanze. Ricordiamo sempre che le parole scivolano sulla vita, le azioni la cambiano.

(© Alessia S. Lorenzi)