Riflessioni: La vita come un giardino

 

La vita che ci viene “donata” al momento della nascita assomiglia un po’ a un giardino fiorito. Ci viene dato in “gestione” questo grande spazio, questa grande oasi piena di tutti i tipi di fiori, con tanti colori a rallegrare le nostre giornate, con tante varietà a significare i diversi momenti o le diverse situazioni o le diverse emozioni di cui saremo più o meno protagonisti nel corso del nostro cammino di vita: la scelta sarà nostra. Il giardino è uguale per tutti alla nascita. Crescendo, le cose cambiano e siamo noi a decidere cosa curare, cosa abbandonare, cosa trascurare. Se curiamo solo le piante di rose, avremo solo rose; se invece decidiamo di curare due o tre tipi di fiori e abbandoniamo gli altri, avremo solo quei due o tre tipi di fiori e non sapremo mai la gioia che ci avrebbero dato “i fiori” che abbiamo “scelto” di trascurare e quindi di lasciar morire.

Ogni fiore può rappresentare delle emozioni, delle situazioni, degli affetti che noi “stronchiamo” sul nascere a volte inconsapevolmente, altre volutamente. Ciò che decidiamo di portare avanti, di curare, rappresenta una nostra scelta. Scelta che può riguardare il campo sentimentale o lavorativo o di amicizie…ma di tutto, siamo sempre noi i veri responsabili.

Ci saranno fiori che decideremo di “recidere” perché ci sembreranno troppo belli e vorremmo tenere in casa ad allietare un angolo della nostra abitazione, ma potremmo continuare a curare la pianta perché l’amiamo e non vorremmo mai perderla. Oppure potremmo raccogliere i fiori e decidere di abbandonare la pianta, perché in realtà il nostro è solo un affetto “superficiale”, o semplice opportunismo: delle relazioni scegliamo quello che ci piace, ciò che ci conviene e il resto lo “buttiamo” via.  Ma anche qui, la scelta è sempre nostra.

Alla fine il giardino che risulterà sarà più o meno ricco, più o meno colorato in base al tempo che ci avremo dedicato.

Più sarà florido, pieno di vita e di colore, più sarà stato il tempo da noi dedicato alle relazioni con gli altri, all’amicizia, all’amore, al prossimo.

Più spazi secchi ci saranno, più avremo trascurato gli altri, saremo usciti da situazioni, da ambienti lavorativi, creando il vuoto intorno senza possibilità di scambi di alcun genere. E avremo creato riserve di odio, di cattiveria, di invidia...

A noi la scelta di vivere in un meraviglioso e colorato giardino o in un freddo campo secco e, soprattutto sentiamoci responsabili senza attribuire “facili” colpe a chi è entrato anche per breve tempo nel nostro “giardino”.

 (© Alessia S. Lorenzi    Riproduzione Riservata)