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Chef Rubio e gli analfabeti funzionali

 

La morte dei due agenti di Polizia uccisi davanti alla Questura di Trieste suscita sicuramente un grande dolore in tutti. L'assassino ha sparato oltre 20 colpi usando le due pistole degli agenti.

È senza dubbio un fatto che lascia sgomenti, soprattutto per la dinamica. Un fermato sottrae le pistole agli agenti e fa fuoco. Ognuno di noi ha reagito a modo suo a questa tragedia. Ognuno ha espresso la sua opinione; alcuni hanno usato espressioni molto forti, altri hanno analizzato l’accaduto in modo più pacato. Alcuni  si sono indignati per le modalità con cui si è verificato il tragico evento. Ha espresso la sua opinione anche Gabriele Rubini, meglio noto come Chef Rubio. Apriti cielo!

Si sono tutti lanciati addosso a Chef Rubio che ha detto, con toni diversi sicuramente, le stesse cose del sindacato di Polizia. Qualcuno lo ha definito “Miserabile”, un altro lo ha definito “Stupido”. Politici e personaggi dello spettacolo si sono messi in mostra condannando il noto chef. Mi pongo una domanda: Ma il testo del post di Rubio è stato compreso? Ma quando finiremo di essere un Paese così superficiale? Quando la smetteremo di attaccare chiunque senza nemmeno riflettere sulle parole? Senza nemmeno comprendere il messaggio che una persona vuole lanciare? Possibile che abbiano difficoltà nella comprensione del testo? Questo uragano scatenato da chi non ha compreso il messaggio ha condizionato anche il fratello di uno degli agenti rimasti uccisi che ha minacciato lo stesso Rubio: “Ti faccio fare la sua fine”. Ma se è comprensibile che una persona che ha subito una grave perdita dica anche cose che non pensa, non sono giustificati tutti gli altri che volutamente hanno messo in piedi una gogna mediatica senza ragione.

Bisogna saper andare oltre i toni, talvolta dettati dalla rabbia, e soffermarsi sul concetto. Da quello che io ho compreso Rubio non ce l’aveva per niente con le forze dell’ordine ma con chi li prepara e li addestra e li manda “impreparati” ad affrontare determinate situazioni. Non credo ci sia niente di male in questo. Non credo abbia detto niente contro le vittime. Anzi. Credo che abbia perfettamente ragione. Una situazione del genere si affronta cercando di evitare che il “fermato” possa agire indisturbato. Quella frase “Io non mi sento sicuro in mano vostra” dice molto di più di quello che sembra ad una persona superficiale che si ferma al significato letterale. Io credo che stia a significare che se le forze dell’ordino non sono adeguatamente preparate, non riescono non solo a difendere i cittadini ma mettono in pericolo la loro stessa vita. Si riferisce a chi è più su e non agli agenti che hanno perso la vita.

Non è forse vero che i carabinieri Cerciello e Varriale erano stati mandati all’appuntamento disarmati? Non è forse vero che se avessero avuto un’arma non ci sarebbe stata nessuna vittima?

Non è forse vero? Gli agenti devono essere protetti quando sono vivi... tutto quello che si dice dopo, sono solo chiacchiere… tante, troppe.

 

(© Alessia S. Lorenzi - Riproduzione riservata)