Chi è onesto, chi evade, chi è corrotto e il ragazzo di colore: metafora dell’Italia

 

 

 

 

Oggi gli italiani sono i clienti di una pizzeria in cui pagano, per due margherite e una birra, qualcosa come 700 euro e rotti.

 

«Ma come 700 euro? E’ lei il gestore qui? Sì? 700 euro? 700 euro per due margherite e una birra».

 

“Lo so signore, ma vede quella enorme tavolata vuota lì in fondo dove ci sono i resti di ostriche e champagne? Ecco, i commensali di quella tavolata, dopo aver consumato, sono come al solito scappati via. Evasi. Infatti li chiamo evasori. E siccome qualcuno il loro conto lo deve pur pagare, io lo faccio da sempre pagare a voi clienti onesti che non scappate. O come dico io, che non evadete».

 

«Ma 50 euro di coperto?»

 

«Lo so signore, ma vede quel tizio losco lì al bancone con la faccia cattiva e il tatuaggio? Ecco, io a quello devo pagare ogni mese il pizzo, altrimenti mi fa saltare il locale. E io da qualche parte i soldi per pagargli il pizzo li devo trovare no? Quindi lo faccio pagare a lei».

 

«Inaccettabile. Che poi, me lo lasci dire, le sue pizze fanno veramente schifo».

 

«Lo so signore, ma vede quel tizio ben vestito seduto all’ingresso? Ecco, lui è il funzionario a cui devo pagare la tangente ogni mese per poter tenere il locale aperto, per ottenere le autorizzazioni necessarie e per chiudere un occhio sui controlli sanitari e sui dipendenti. Quindi per pagare la tangente a loro, risparmio sugli ingredienti e le rifilo servizi e prodotti di merda».

 

«Ma è inaudito! Un abuso! Mi sorprende che lei sia ancora aperto».

 

«E se sapesse tutto il debito che ho sul groppone, e che ovviamente faccio pagare a lei e agli altri clienti, si sorprenderebbe ancora di più».

 

«Sono sconvolto. E nessuno si ribella? Nessuno le dice che invece di caricare tutto sul conto dei clienti onesti lei dovrebbe far pagare gli evasori, cacciare i corrotti, denunciare i mafiosi e risparmiare per ridurre il debito?»

 

«Sì sì, qualcuno ogni tanto prova a ribellarsi. Ma vede quel ragazzo di colore lì davanti alla vetrata di ingresso?»

 

«».

 

«Ecco, quel ragazzo lì, quando lei uscirà, proverà a venderle un accendino a 1 euro. E io ai miei clienti, quando presento il conto, rifilo la solita ramanzina: dico che non se ne può più, che questi neri ci tolgono pure i soldi per piangere, che 1 euro ci rimane e vogliono toglierci pure quello, che è colpa loro se siamo senza soldi, che la gente muore di fame, che i nostri nonni rovistano nella spazzatura e loro fanno la bella vita. E alla fine, invece di prendersela con me o col funzionario o col mafioso per le 700 euro, sfogheranno tutta la loro frustrazione su quel ragazzo lì e sul suo euro».

 

«Ma è orribile. E perché a me sta spiegando tutto questo? Non ha paura che la sputtani qui davanti a tutti?»

 

«E a cosa serve? Lo faccia. Io inizierò a dire che lei è un rosicone, che lei vuole che il ristorante sia invaso da neri con gli accendini, che poi vogliono pure la pizza gratis, che poi buttano le mani sulle nostre clienti, che ci sfilano i portafogli, che lei non mi lascia lavorare, che lei odia questa pizzeria e che odia la pizza che è un simbolo dell’Italia e quindi lei odia l’Italia. E tutte queste cose qui».

 

«E le credono?»

 

«Ahahah se mi credono. Lei pensi che io per 20 anni a questa pizzeria ho pure fatto la guerra. Dicevo che mi faceva schifo. La chiamavo Pizzeria “Italia di Merda” e insultavo tutti i suoi clienti, tanto li disprezzavo. E li guardi ora, mi adorano nonostante tutti gli insulti che ho rivolto loro. Quindi ci provi a parlare loro dell’evasore, del mafioso, del corrotto. Che io poi rispondo con la storia del ragazzo nero. E vediamo chi la spunta. Quindi che fa: paga o rompe le palle?»

 

(Emilio Mola)

 

 

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