Chi è  oggi una persona perbene? E noi lo siamo?

Chi non ha sentito almeno una volta la frase: “Quella è una persona perbene”? Oddio,  adesso forse si sente un po’ meno questa espressione, ma sappiamo esattamente cosa significa? Chi è una persona perbene? Come tradurre questa parola in linguaggio comprensibile a tutti, anche ai giovani? Può esserlo la persona gentile o non è sufficiente essere gentili per essere considerati persone perbene?

Ovviamente è difficile rispondere con una definizione che valga in senso assoluto, così come è difficile stabilire in maniera certa ciò che è bene e ciò che è male poiché, a volte,  la linea che separa le due cose è incredibilmente sottile.

Io cercherò di dirvi quello che, secondo me e sottolineo “secondo me”, può contribuire a fare di una persona, una persona perbene.

Per prima cosa è necessario capire cosa intendiamo noi per “bene”.

Per scoprirlo è necessario guardarsi dentro e scoprire quali valori accompagnano il nostro cammino. Dobbiamo scoprire in base a quali elementi  valutiamo se una persona è buona oppure no. E’ ovvio, come sottolineavo prima, che la nostra definizione di persona “perbene” non sempre coincide con quella degli altri.

Importante, per esserlo, è osservarci con molta attenzione ed essere pronti a una sana autocritica.

 

E' sufficiente essere buoni e gentili?

 

Seconda cosa  importante è non pensare di essere buoni solo perché non si ruba, non si mente, non si uccide, etc, cioè se non si compiono azioni che sono considerate “cattive”. Essere una persona perbene è molto di più. E’ ovvio che non commettendo azioni del genere siamo un passo più avanti rispetto a chi le compie, ma non è sufficiente, bisogna anche, e soprattutto, compiere azioni buone, come diceva qualcuno “non basta essere buoni, bisogna far del bene”.

Fondamentale, però, è cercare di essere buoni non perché qualcuno ce lo ha insegnato o perché è giusto, bisogna esserlo per un bisogno nostro, per sentirci appagati, per sentirci ogni giorno migliori del giorno prima. Ma mai dobbiamo sentirci superiori agli altri, né dobbiamo vantarci delle buone azioni compiute.

E’ naturale che le buone intenzioni da sole non bastino, bisogna esser concreti, bisogna agire, non solo proporsi di farlo.

Bisognerebbe anche chiedersi spesso cosa fare per migliorarsi ancora di più. Inoltre, cosa molto difficile a volte, si dovrebbe essere giusti e imparziali nel valutare l’operato di chi ci sta molto  a cuore: i figli ad esempio. Spesso quando si tratta di loro sbagliamo nell’essere eccessivamente clementi. Così facendo impediamo loro di essere più attenti e consapevoli che le azioni commesse generano conseguenze talvolta più gravi di quanto ci si aspettasse. Non imparano a crescere se, come genitori, spazziamo via tutti gli ostacoli che impediscono il loro il cammino. Per intenderci, se un figlio commette un reato, è giusto che affronti le conseguenze.

E’ anche fondamentale evitare di superare quella linea che potrebbe portarci ad essere troppo estremi. Mi spiego meglio.

Essere una persona buona e gentile, non vuol dire farsi schiacciare dagli altri. Bisogna saper capire quando stiamo esagerando: gli eccessi possono portare sempre effetti negativi.

Essere positivi e ottimisti è sicuramente una bella cosa e ci aiuta ad avere più fiducia nella vita e nelle persone che incontriamo, ci aiuta a non mollare mai. L’importante è evitare di ignorare i rischi di una determinata situazione. Pensare positivo, quindi, ma mai mettere la testa sotto la sabbia e far finta di non vedere.

Se osserviamo i comportamenti degli altri e notiamo che non sono  proprio corretti,  prima di esprimere un’opinione, e sottolineo “esprimere un’opinione, non un giudizio, dobbiamo essere certi di conoscere tutti i fatti, ricordando sempre che il nostro punto di vista non è necessariamente quello giusto, è solo uno dei tanti.

Se riteniamo che  si tratti di un comportamento sbagliato, possiamo provare a dirglielo in modo garbato. Riuscire  ad aiutare qualcuno ad essere migliore, non può che essere positivo anche per noi.

Non ci rendiamo conto di quanto possiamo influenzare gli altri con le nostre azioni, col nostro esempio.

Osserviamo ciò che succede intorno a noi, ma soffermiamoci sulle cose buone, sulle piccole cose positive, non solo su ciò che accade di brutto.

Cercare di essere sempre se stessi. Nessuno è migliore di noi e nessuno è inferiore. Ognuno è unico e perfetto, pur con le imperfezioni che inevitabilmente possiede. Ognuno di noi è una buona persona all’inizio e solo il suo percorso di vita può distoglierlo dall’esserlo.

E non  consentiamo mai che i giudizi negativi altrui modifichino il nostro operato, le nostre buone intenzioni.

Non permettiamo a nessuno di approfittare di noi. Essere gentili e altruista non significa  fare cose al posto degli altri, né farsi carico dei loro problemi: non servirebbe né a noi, né a loro.

Le nostre idee non devono mai essere portate all’estremo, né dobbiamo essere convinti di saper distinguere inequivocabilmente, ciò che è bene e ciò che è male. Essere umili è uno dei primi passi da compiere per essere una bella persona.  Ascoltare il cuore prima, di prendere una decisione, è un altro elemento importante e poi l’ autocritica non deve mancare mai. E non dimentichiamo mai che nessuno è perfetto, ma tutti, proprio tutti,  possono essere migliori.

E noi, siamo pronti ad esserlo? Almeno proviamoci.

 

 

 

(© Alessia S. Lorenzi - Riproduzione riservata)

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